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DRINK-it

Da pochi mesi a Roma è nata la prima linea di cocktail imbottigliati: si chiama DRINK-it ed è firmata da Emanuele Broccatelli e Valeria Bassetti. Il racconto di questa nuova realtà nel mondo della miscelazione lo abbiamo avuto direttamente dai due protagonisti in questa intervista.

Scritto da Nicola Gerundino il 16 marzo 2018
Aggiornato il 7 febbraio 2019

Luogo di residenza

Roma

Attività

Bartender

Per avere un Martini Cocktail fatto a dovere in un luogo che non sia il bancone di un bar avete tre opzioni: affittare un bartender, sposarlo oppure custodire gelosamente una riserva di cocktail imbottigliati firmati DRINK-IT. Dietro questo progetto ci sono due volti della primissima ora della miscelazione romana: Emanuele Broccatelli e Valeria Bassetti. Abbiamo fatto due chiacchiere con loro per farci raccontare tutto per filo e per segno e abbiamo capito che qualcosa nel mondo del cocktail sta per cambiare davvero.

drink-it

 

ZERO: Allora, iniziamo dal principio, come e quando nasce il progetto DRINK-it?
Emanuele Broccatelli: Nasce cinque anni fa con l’apertura del nostro “pop up bar” 47 Barrato.
Valeria Bassetti: È stata un’intuizione di Emanuele, avuta quando era ancora al bancone del bar dell’Hotel Majestic. Poi, due anni fa, all’interno di 47 Barrato – il nostro locale a Monti – abbiamo messo a punto quella che oggi è davvero la nostra missione: far bere bene tutti ovunque. Per mia natura dubito fortemente delle nuove idee, poi, dopo averle sperimentate, ne rimango letteralmente folgorata. E così è stato per i drink in bottiglia.

Quando avete deciso di far diventare DRINK-it realtà?
VB: È stato realtà fin da subito, ma entrare in possesso di un nostro liquorificio ha davvero cambiato le cose.
EB: Finalmente l’anno scorso abbiamo rilevato un liquorificio dopo anni di burocrazia e così ora abbiamo 31 mq di parco giochi.

C’è stato qualche altro progetto simile al quale vi siete ispirati o che vi ha fatto accendere la lampadina?
EB: Io ho iniziato a fare i primissimi drink imbottigliati molto tempo fa, quando ancora lavoravo da Stazione di Posta, poi da lì al Majestic. Diciamo che è stato un percorso che è cresciuto anche grazie alla mia passione per il vino perché, dopo aver acquisito tante nuove conoscenze, sono stato in grado di applicare le tecniche di affinamento ai drink.
VB: Entrambe abbiamo viaggiato molto nel periodo di apertura del pop bar a Monti: Emanuele portava le sue esperienze di Londra e io cercavo ispirazione a Parigi. Sapevamo tutti e due che non era tanto l’idea ad essere nuova, quanto il concetto di condivisione e replicabilità. Concetti uniti al fatto che i nostri drink sono oggettivamente molto buoni!

DRINK-it è una novità per il mercato di Roma e dell’Italia?
EB: Per il mercato romano e italiano sì, non c’è nessuno che affini cocktail come si fa per il vino. Oltre al fatto che la maggior parte dei drink in bottiglia che circolano sono sprovvisti del contrassegno di Stato, obbligatorio per gli alcolici…
VB: Siamo stati i primi a farlo alla luce del sole, con la serietà e la volontà di non infrangere le regole. Questo ci è costato un bel po’ di tempo, ma ne è valsa la pena. Abbiamo aperto la strada a un nuovo mercato.

Quali e quante sono state le reazioni a questo tipo di prodotto?
VB: Te le cito in ordine: diffidenza, incredulità, un pizzico di presa per il culo, curiosità, sorpresa, dammene un altro!
EB: Grande curiosità e stupore il giorno del lancio da Whisky & Co. e successivamente anche da HB Roma ed Enoteca del Frate. È stato bello vedere le diverse reazioni a seconda di dove le bottiglie venissero presentate e acquistate.

Per chi è pensata una bottiglia DRINK-it?
VB: È stata pensata per tutti i nostri clienti, per amici e ospiti, per dove non c’è un bar, per dove non c’è un bartender, per dove non c’è il ghiaccio, per quando tutto è chiuso e hai ancora sete.
EB: È per tutti e lo è in maniera trasversale: per una cena/party a casa con amici, per i viaggi nel formato 100 ml, per catering ed eventi, per i locali che vogliono dare un servizio di qualità e non hanno il bar, per i frigo bar degli gli hotel, per tutti i negozi che non possono fare somministrazione.

In generale, pensate che i cocktail pre batch (imbottigliati, nda) andranno a diffondersi sempre di più? Che peso avranno nella miscelazione dei prossimi anni?
VB: Enorme, sarà la vera rivoluzione, ma non perché andrà a sostituire l’esperienza unica di sedersi al bancone e ordinare un drink al proprio barman preferito, quanto perchè allagherà la possibilità del bere bene a ogni occasione.
EB: Credo anche io che questo fenomeno andrà ad aumentare molto. L’unico rischio è che si comincino a fare delle cose approssimative o che i locali perdano di personalità. Il segreto è bilanciare: se usato nel giusto modo il pre batch aiuta e facilita, ma dietro ci deve sempre essere un artigiano.

Quindi i bartender non dovranno preoccuparsi.
EB: I bartender dovranno capire che sono uno il prolungamento dell’altro e che gli imbottigliati si possono usare come se fossero dei liquori. Quando si assaggia uno dei nostri cocktail ci si rende conto immediatamente che sono qualcosa di diverso dai cocktail classici, un qualcosa che si ottiene solo con il tempo. Time is the secret!
VB: I bartender hanno già compreso che il nostro prodotto non è una minaccia, ma un’opportunità. Be’, almeno alcuni…

Hanno già bussato dall’estero per avere le bottiglie di DRINK-it? Da quali nazioni?
EB: Con piacere devo dire di sì: Tel Aviv, Parigi, Hong Kong…
VB: C’è molta curiosità verso il nostro prodotto, le nostre bottiglie viaggiano parecchio, anche perchè la versione 100 ml non ha problemi al controllo bagaglio a mano.

Quali sono le ricette disponibili fino ad ora?
VB, EB: Martini Cocktail, Negroni, Amaro Perfetto. Raccontarle senza provarle sarebbe un peccato, Possiamo aggiungere all’intervista una pagina da annusare come si fa con i profumi?

Le ricette sono – e saranno – tutte firmate da voi due o immaginate anche delle collaborazioni?
VB: Le ricette sono frutto del lavoro e della ricerca di Emanuele, le richieste di collaborazioni, anche illustri, non mancano e immaginare futuri scenari e sviluppi rientra tra i miei compiti di scettica ottimista.
EB: Al momento, quindi anche per i prossimi tre batch che usciranno, le ricette saranno tutte nostre, ma ci piacerebbe fare delle collaborazioni con amici e colleghi per delle special release. Ci piacerebbe anche creare un gruppo di studio per altri progetti futuri su cui stiamo lavorando: liquori e un bar ad impatto zero.

Immagino che l’imbottigliamento vi obblighi a preferire alcune ricette piuttosto che altre, soprattutto per una questione di conservazione.
EB: Posso dirti che stiamo sviluppando alcune tecniche assieme a una compagnia che ci sta dando una mano in questo senso.
VB: Diciamo che stiamo lavorando per gli amanti del fresco…

Dove preparate e imbottigliate i drink?
VB: A Roma. Ciampino per la precisione, lì c’è il nostro liquorificio. E la colonna sonora degli aerei in partenza ci è di grande ispirazione!

Come nasce una bottiglia di DRINK-it?
EB: Prepariamo la ricetta, la misceliamo in tank di acciaio da 50 litri e la lasciamo riposare fino a quando il prodotto non diventa ottimo. Ovviamente non c’è un tempo specifico, ma diciamo che c’è un minimo di 60 giorni. Passati i 60 giorni filtriamo manualmente il drink, così da non perdere alcun sapore, e lo imbottigliamo. Le etichette sono tutte messe a mano, così come a mano sono scritti i batch, in modo da poter controllare ogni singola bottiglia.
VB: Dal momento che il processo è interamente manuale, bisogna essere metodici, precisi, pazienti e avere confidenza con gli ingredienti usati. L’imbottigliamento è una fase delicata e trattiamo la nostra imbottigliarice automatica come una di famiglia! Ammetto di aver visto Emanuele accarezzarla dolcemente una volta che si era bloccata… Non diciamolo in giro però!

Day 2: #Negroni • count down is began •. | ready to go |

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Che tipo di bottiglia avete scelto? Utilizzare una bottiglia trasparente è stata scelta “obbligata”?
VB: Obbligata non direi. Conservo le immagini di centinaia di bottiglie che abbiamo visionato e scartato. Ci piaceva che fosse semplice, maneggevole, elegante. Inoltre, mi chiedevo sempre quale tipo di bottiglia, una volta finito il cocktail, avrei continuato ad usare a casa.
EB: Sì, la scelta della bottiglia è stata un lungo processo. Personalmente ho fortemente voluto una bottiglia diversa, non vintage, ma che avesse una propria identià. Così abbiamo scelto quella delle soluzioni fisiologiche, così anche da richiamare il laboratorio e le vecchie profumerie.

Una parte fondamentale di un una bottiglia DRINK-it è l’etichetta. Chi l’ha disegnata e cosa si trova su di un’etichetta tipo?
VB: Questa è davvero una bella domanda! Non credevamo davvero che sarebbe stato tanto difficile scegliere una linea grafica e decidere come impostare l’etichetta. È stato divertente, snervante e fonte di innumerevoli e animate discussioni, anche se entrambe eravamo allineati sul concetto di semplicità e immediatezza del messaggio. Ci hanno aiutato nel nostro percorso Elvis Lives per l’elaborazione del marchio, Start Cantiere Grafico per la messa a punto delle etichette e Nicola di Multiprint per trovare la carta ideale.
EB: Anche l’inconto con HB Rroma è stato importante, ci ha fatto cambiare direzione portandoci a un etichetta finale semplice e pulita, come nella profumeria.

Prima parlavate di un formato piccolo, da 100 ml, è in commercio anche quello?
VB: Le piccoline sono il mio orgoglio! Chi non vorrebbe un Martini in borsetta?
EB: Abbiamo tre formati: 100 ml (da viaggio o per eventi), 500 ml e 1 lt.

Quali nuove ricette potremo assaggiare a breve?
VB: Sono in arrivo altri classici. Stiamo lavorando con bourbon e assaggiamo tanti tè. Ema non fare spoiler!
EB: Va bene! Posso dire però che lavoreremo su delle nostre ricette che abbiamo già lanciato da HB Roma e al Caffè Propaganda.

Dove è possibile trovare le bottiglie DRINK-it?
VB: Enoteca del Frate, dove sono anche nel menù del ristorante, HB Roma, Whisky & Co. Ovviamente è possibile contattarci direttamente tramite il nostro indirizzo drink-it.it. Per assaggiarle, invece, basta fare un salto al Propaganda.
EB: Le trovate anche da Litro Cucina e sul catalogo di Les Caves de Pyrene, che è il nostro distributore nazionale.

Ci dite cinque luoghi o situazioni in cui bere un cocktail DRINK-it a cui noi ancora non abbiamo pensato?
VB: Al matrimonio vegan-analcolico di tua cugina di terzo grado. Sotto le stelle del deserto. All’improvviso quando lui suona alla porta in anticipo e tu non hai neanche messo su l’acqua della pasta. Sul divano alle quattro di mattina prima dell’ultima puntata su Netflix. Una bottiglia DRINK-it con dedica messa nella valigia della tua migliore amica che sta partendo per la transoceanica. A vela.
EB: In aereo, sul treno, in barca, al mare, in un locale dove ti portano gli amici, ma hai paura di quello che ti verseranno da bere. Ovunque si voglia ma non se ne ha la possibilità.

Dà soddisfazione quel “Made in Rome” sull’etichetta?
VB: Enorme. È da questa città che siamo partiti, è questa città che ci fa da trampolino e ci mette a dura prova, ma “If I can make it there, you can make it anywhere”, con tutto il dovuto rispetto per New York City. E poi Made in Ciampino suonava un po’ strano, no?
EB: È stato voluto fortemente, è vero che c’è il Made in Italy, ma Roma è sempre la Capitale e quindi sì, tanta soddisfazione e tanto orgoglio.