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Intervista a Piero e Omar del Rattazzo

di Simo “Pastu” Muzza

Torno dalle vacanze e mi arriva un'e-mail funesta. Il Rattazzo chiude! Sui quotidiani nazionali ho letto che hanno venduto per un milione e duecentomila euro a Dolce&Gabbana... Possibile? Ma come, uno degli ultimi depositari della Milano che fu, fatta di cuore, spirito e grandi bevute lascia il posto a una boutique? Ne parliamo con Piero Rattazzo e suo figlio Omar...

Allora, il Rattazzo chiude? Avete venduto a Dolce&Gabbana?
Non è tutto vero. Al momento abbiamo ricevuto delle proposte da un intermediario, ma non abbiamo avuto nessun incontro. Comunque se a metà novembre mi vedi in giro sulla Porsche... (ride, ndr). Una cosa la voglio dire: non prendete l'eventuale vendita come un tradimento, mio padre ha sett'antanni, io ho sempre lavorato qui, abbiamo diritto anche noi a un po' di riposo.
Ma a voi piace di più Dolce o Gabbana?
In realtà non sappiamo neanche se sono loro...
Va be', ma se chiudete anche voi ci sarà ancora un motivo per andare in Ticinese? Stanno aprendo solo boutique per fighetti, possibile che il Ticinese faccia la brutta fine di Montenapoleone?
L'idea di un Montenapoleone per i giovani è vera. Ora questa zona è piena di fighetti, il Rattazzo dà fastidio a tanti (bottiglie rotte, confusione...). Ma alla fine il Rattazzo rimane uno dei pochi posto di aggregazione, uno degli ultimi.
Ma la gente ci va in queste boutique?
I negozi qui lavorano. Ne stanno arrivando altri... Gli abitanti del quartiere sono contentissimi, in fondo hanno pagato diecimila euro al metro quadrato...
Cosa ne pensate dei cancelli in Vetra? E ora che vogliono recintare anche le Colonne?
I cancelli in Vetra sono sati la salvezza del Corso. Hanno tolto quello che gli abitanti non volevano vedere, che comunque non è sparito. Però il parco ora è godibile, prima chi abita qui non ci andava. Le Colonne invece vanno tutelate, non recintate. Sono le nostre Ramblas: dopo l'apertura dei locali sono diventate di proprietà dei ragazzi. Diciamo la verità: nel Ticinese transitano quattromila persone a sera e non succedono mai risse, accoltellamenti... Solo bottiglie rotte, bonghi, urla...
Non è che poi recintano tutto il centro?
Non credo... Follie.
Meglio il Rattazzo sinistroide degli anni Settanta o quello di oggi, ritrovo di tutti i giovani stufi dei locali alla moda e di farsi spennare?
La verità? Molto meglio durante gli anni Settanta. Come avete scritto voi di Zero: “...la peggio gioventù, quella che s'incazzava e sognava sotto le pale roteanti che frullavano il fumo di mille sigarette”. Oggi cosa sogna la gioventù?
Una leggenda metropolitana vuole che Piero abbia sempre tenuto una pistola sotto il bancone. È' vero? Se sì, l'ha mai dovuta usare?
No, non è vero. Mio padre non ne ha mai avuto bisogno, è benvoluto da tutti, a sinistra come a destra. Però una volta ha respinto due-tre nazisti che andavano a caccia... Questo è un locale tranquillo, dal '61 non è mai successa neanche una rissa all'interno. Qualche parola grossa ai tempi della politica sanguigna, una volta una chiave inglese...
Cosa mi dite dei punkabbestia?
Sono la rovina del Corso. Non ce l'abbiamo con loro, però se si vogliono ammazzare lo facciano senza coinvolgere gli altri. È un modo di vivere che non rispetta quello degli altri.
Finiamo con una buona notizia. Se chiudete riaprirete...
Forse non chiudiamo. La riapertura è solo una voce... come la chiusura. In ogni caso è diffcile abbandonare il Ticinese per uno che ci è nato. Hasta El Ticinese Sempre!

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