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The Keith Haring Show

Triennale Di Milano, Viale Alemagna 6, Milano

di Bertrand Delux

Potevamo vedere la sua arte in entrambi i film proiettati su un volo transoceanico, meglio se in Concorde. O da Fiorucci, a New York, ma soprattutto a Milano, nello store interamente decorato in una notte insieme con LA2. O intorno al Plastic, la "casa" dell'amico fraterno Nicola Guiducci, o nei paraggi del Palazzo delle Esposizioni, a Roma. Anche al Pop Shop di New York, il "suo" negozio dedicato al merchandising. Cose che non ci sono più, come Keith Haring del resto. Chi era questa star folgorata da un live dei Greateful Dead nel '77, discepolo di Burroughs e Gysin, innamorato di breakdance, ma anche (e ora, trionfo nelle microscene milanesi) di capoeira, come evidente dagli ometti danzanti? Artista vero e street artist per vocazione politica, è stato l'ultimo capace di pervadere il mondo irradiandolo felicemente, parassitando l'ermetismo dell'arte contemporanea con t-shirt, poster, adesivi e graffiti. Merci, certamente, ma anche un universo calligrafico che abita ancora splendente le mura e quindi il quotidiano dei pescatori di Ilheus in Brasile, la spiaggia dei surfisti di Knokke in Belgio, l'enorme murale di Sant'Antonio a Pisa, sua straordinaria ultima opera.

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