Cultura estrema tra arte e fashion. Qualcuno conosceva Bruce Labruce per il bizzarro film “Superottoemezzo”. Altri per gli scatti sconvolgenti del noto fotografo nel mondo della moda Terry Richardson, ripresi sul set di Labruce. Chi ancora forse per aver incrociato suoi testi o la nota fanzine homocore “J.D’s”... Nonostante tutto chi andasse da Mc Magma per la prima personale in Italia dell’autore canadese sino a metà novembre, non mancherebbe di stupirsi ulteriormente. Le foto esposte, tratte dai casting delle sue produzioni filmiche, sono senz’altro di buona qualità e soprattutto molto, molto in sintonia con la ventata S/M e sex più o meno estrema che sta attraversando il mondo dell’immagine e della moda in particolare. In realtà, avrebbe senso cercare di programmare la visita in modo da poter vedere per intero il film “Skin Flick”. Ecco la sorpresa. Come già lo scandaloso “Hustler White”, premiato fra l’altro al Sundance Festival, “Skin Flick” (‘70, 1998-99), presentato fra l’altro in versione soft (non osiamo pensare come possa essere la hard…), è non solo provocatorio ma anche ben fatto, interessante e fra i migliori testimoni di quella cultura cinematografica della sperimentazione estrema (ma eccellente storia del costume) che va da Markopoulos e Anger sino a Warhol, Morissey e Waters. In sintesi, su un plot ben costruito, un’ottima fotografia e un cast di qualità, “Skin Flick”, seguendo le tracce di una banda skinhead neo-nazi o comunque di estrema destra ma, sorprendentemente, gay, mira a sovvertire un’iconografia e un immaginario tradizionalmente riconosciuto ai gruppi sociali estremi (ed estremisti). Questo immergendo i personaggi in un clima fashion e da basso reality show/soap che fa prendere al film una vena ironico-sarcastica divertente e piuttosto inedita anche nelle sempre più riconosciuta area della produzione di ambito gay/lesbico. - Andrea Lissoni
Bruce Labruce
MC MAGMA Via Tortona 4, Milano - h.15:00-18:30, fino mar 14.11
Social