Oggetti che producono ombre interessanti

Orientamenti segreti. Personali forse, ma perfettamente in grado di parlare a tutti. Un po' come una canzone splendidamente dolce, ma alla fine abrasiva, di Cat Power. In mostra contemporaneamente alla galleria De March con "Oggetti che producono ombre interessanti" e in coppia con Daniel Firman al Centre Culturel Français con "Local time at destination", Alice Guareschi abbandona tracce biografiche per opere in cui ogni dettaglio sembra essere precisissimo ma in fondo, forse, anche casuale. Da una mostra non ci si deve aspettare mai nulla di particolare. Se non di incontrare un'immagine profondamente perturbante (accade raramente) o di essere costretti, magari controvoglia, a pensare, a riorientarsi. Come accade da De March, con una piccola fotografia quasi magica e un allestimento sorprendente, perché semplice ma silenziosamente polifonico.