Otello
Eimuntas Nekrosius è un grande regista del teatro contemporaneo, e ancora una volta si tratta di un uomo che arriva dall’Europa orientale. Nekrosius è nato nel ‘52 a Vilnius, in Lituania. Nel 1986 Arthur Miller vide alcuni suoi spettacoli e disse: “Quest’uomo deve essere un genio”. All’esclamazione di Miller se ne unirono tante altre, ora viene universalmente riconosciuto come un maestro. Nel ‘97 debutta “Hamletas”, il primo spettacolo della trilogia Shakespeariana, in cui il principe di Danimarca è inerpretato da una rock star lituana, Andrius Mamontovas. E’ un grande successo. A seguire arriva il “Makbetas” contadino, altri applausi. Adesso è la volta di “Otello”, che ha debuttato il 2 marzo alla Biennale di Venezia, da cui è stato coprodotto. L’anno scorso Nekrosius aveva presentato quattro ore di lavoro “in progress” con gli episodi salienti della tragedia: la Venezia di “Otello”, che non è più moro, la ritroviamo nelle pozzanghere, nelle bacinelle, nei catini della scena. Dalla Serenissima ci spingono fino a Cipro le vele e le lenzuola. Visioni, suggestione, a tratti forza, a tratti tenerezza, il regista segue la scia di Shakespeare reinventando paesaggio e passioni: Desdemona vive in un solo momento il desiderio erotico e la morte. Uno spettacolo all’insena di un “teatro rischioso, anche fisicamente, dove il minimo sbaglio può costare caro”, come dice Nekrosius. Si tratta di un teatro che si rifa ad una simbologia primitiva, barbarica, che si serve di fuoco, ghiaccio, ruggine, pietra, legno. “Otello” dura 4 ore e 45, compresi i due intervalli in 15 minuti. E’ in lituano, con sopratitoli in italiano. Vale la pena tenere duro fino alla fine. Prenotate il prima possibile, perché è in scena solo per sei giorni, dal 20 al 25 marzo al Teatro Strehler. Così non sarete da meno di Arthur Miller… - Ilaria Bertolozzi
Otello
Teatro Strehler, Largo Greppi, Milano - h. 20:30, ing. 50/30mila. Fino dom 25.3 Largo Greppi.
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