Sottopalco è un “macello”. Il puzzo è quello tipico dei locali londinesi dopo le 8 PM, in cui la birra si trasforma in quell’odore nauseabondo che non confonderesti con nessun altro al mondo. Il Garage - non quello di casa, ma quello ad Highbury & Islington - è stipato. Le ondate scomposte di pogo mi ricordano dell’esperienza più pericolosa che abbia mai vissuto in vita mia: un concerto degli Stooges proprio qui, a Londra, del quale porto in (tenero) ricordo un dente scheggiato. Ty Segall è sul palco con la band, per la prima data del tour europeo di “Twins” e l’impatto è semplicemente devastante. Veloce, irrequieto, malsano, sinistro, storto, saturo di feedback fino al midollo, rigorosamente californiano. Eppure Ty, biondino irresistibile che ride di gusto e si diverte come pochi giovani d’oltreoceano visti negli ultimi anni, non è soltanto un seguace del lo-fi. Ty è (paradossalmente) un professionista, discendete diretto di John Dwyer dei Thee Oh Sees e di tutto il più illustre garage-psych-proto-punk dei golden years. In cinquanta minuti infila una pioggia di siluri che da un coro surf esplodono in guerriglia di puro rock’n’roll. Niente pose, solo really hard stuff. E una pozza di fango in cui rotolarsi.
Ty Segall
19/11/2012, Lo-Fi Via Pietro e Giuseppe Pestagalli, 27, 20138 Milano
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