Per quasi chiunque abbia frequentato le scuole superiori in Italia, è automatico associare la frase selva oscura a:
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Per fortuna, almeno qui, non siamo smarriti — anche perché, diciamocelo, nessuna via è davvero diritta. Ma ci porta comunque alla Selva, l’ultimo album di Marta Del Grandi, cantautrice e musicista eclettica capace di oltrepassare i confini artificiali dei generi musicali tradizionali. L’idea del disco nasce da un brano strumentale composto per un’installazione di design al Fuorisalone, progettata dalla sorella Isabella architetta e designer. Quel materiale sonoro è poi entrato nelle demo dell’album e, parlando con il suo co-produttore e il discografico, si sono detti: „Perché no? Lavoriamoci, c’è una coerenza sonora.“
È stata l’ultima cosa che ha registrato prima del mixaggio, direttamente dal salotto di casa, scrivendo un breve haiku di dodici parole, ispirato all’idea della selva come luogo in cui perdersi e ritrovarsi — proprio come nella letteratura.
Condividiamo un pezzo di cammino con Marta da Volvo Studio, il 6 marzo alle 21.00.
Geschrieben von Emma Bartolini