In Message to Our Folks, Paul Steinbeck racconta la storia dell’Art Ensemble of Chicago, gruppo di punta dell’Association for the Advancement of Creative Musicians (AACM). Formatasi nel 1966, l’Art Ensemble si è sempre distinta per la sua eccentricità performativa: i musicisti della band suonavano centinaia di strumenti, grandi e piccoli, recitavano poesie e mettevano in scena sketch teatrali mascherati. Steinbeck ricorda anche tre momenti in cui il percorso del gruppo ha colliso sorprendentemente con l’Italia: quando il percussionista Famandou Don Moye collaborò con la Rai e nel 1969 fu filmato da Pier Paolo Pasolini, assieme a Gato Barbieri e Marcello Melis, negli Appunti per un’Orestiade africana; quando, il 20 marzo 1974, l’Ensemble si esibì al Festival del Jazz di Bergamo; e quando il trombettista Lester Bowie, tra l’estate e l’autunno del 1977, trascorse un periodo romano, ben più di una semplice parentesi tra la collaborazione con Fela Kuti in Nigeria e il suo trasferimento a New York.
Oggi, in un certo senso, si aggiunge un quarto incontro con il nostro Paese: il 19 giugno, al Volvo Studio Milano, si esibirà un duo nato all’interno di alcune delle formazioni guidate proprio da Don Moye, cofondatore dell’Art Ensemble: Dudù Kouate e Simon Sieger.
Mohamadou Kouatè, in arte Dudù, è musicista, percussionista e suonatore di liuti berberi. È entrato a far parte stabilmente dell’Art Ensemble of Chicago nel 2017. Simon Sieger, invece, è un polistrumentista, arrangiatore e compositore, tra i più recenti talenti entrati nel gruppo. A Milano presentano BAMoff Performing Arts: RITUALI SPONTANEI – Original sounds from a future world, un tributo a chiunque resista, in segreto o in pubblico, in un momento da condividere nel rito collettivo di un concerto che non si limiterà a segnare il tempo: lo creerà.
Geschrieben von Emma Bartolini