Quella sul vino naturale è una “battaglia” in corso: non c’è ancora un riconoscimento ufficiale, né dei parametri condivisi in base ai quali stabilire la naturalità di un prodotto. Un’assurdità, se consideriamo la centralità che il vino ha in Italia, tanto dal punto di vista delle abitudini alimentari, quanto dal punto di vista economico e, soprattutto, della diversità e abbondanza di vitigni autoctoni, entrambe uniche al mondo. Di certo la loro diffusione è in aumento, sia tra i consumatori che tra i produttori: i primi con un palato ormai disponibile ad accogliere certi sapori, i secondi convinti nel cambiare tecniche di lavoro e proporre prodotti diversi rispetto al passato. Sono lontani anche i tempi – anno domini 2012 – in cui proprio un’enoteca presente in questa guida, Bulzoni, fu multata per ever esposto nel proprio negozio dei cartelli con su scritto “vini naturali”, creando un caso nel settore. Trovare questa dicitura nei menu di ristoranti, enoteche e persino delle pizzerie non desta più curiosità né “scalpore”. Cosa aspettarsi, dunque, da un vino naturale? Rispetto della terra e del territorio, metodi non industriali, nessun ricorso alla chimica, piccoli produttori per piccole quantità prodotte ogni anno. Roma si sta dimostrando particolarmente attenta a questo tipo di prodotti, con diverse enoteche e reti di distribuzione specializzate, nonché una serie di festival a tema quali Vignaioli Artigiani Naturali, VinNatur, Vignaioli Naturali e il nuovo arrivato Vini Selvaggi (debutto fissato per il 22 marzo 2020). Per testare sul campo e farsi un’idea sull’intera questione – nonché per assaggiare degli ottimi vini – questi sono i migliori indirizzi in città selezionati da Zero, dove poter sia bere che comprare.