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Carsten Nicolai

Carsten Nicolai (in arte Alva Noto) ci racconta della sua creatura romana che da otto anni a questa parte raccoglie assieme, a Villa Massimo, tutti (o quasi) gli artisti della sua etichetta musicale: la raster-noton.

Scritto da Nicola Gerundino il 8 settembre 2015
Aggiornato il 14 ottobre 2015

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Alva Noto e Frank-Bretschneider al Campfire del 2013

Carsten Nicolai – conosciuto ai più con il suo nome d’arte, Alva Noto – è uno degli artisti musicali e visuali più noti e influenti degli ultimi 15 anni. Tedesco, ha passato anni or sono un periodo di residenza a Roma come borsista dell’Accademia Tedesca di Villa Massimo, la cui traccia più importante è l’Electric Campfire: una serata di musica e visual la cui line up è interamente formata da artisti della sua etichetta, la raster-noton. Abbiamo avuto (nel 2014) l’occasione di fare una breve chiacchierata con lui su questo evento. Ecco cosa ci ha raccontato.

Zero: Ci puoi raccontare come è perché è nato il Campfire?

Carsten Nicolai: Electric Campfire è nato intorno al 2000. L’idea principale era quella di creare un week end dove invitare artisti, amici e collaboratori della raster-noton, per incontrarsi, chiacchierare e godere ognuno delle performance dell’altro. Gli artisti della raster-noton hanno veramente poche occasioni di vedersi durante l’anno.

Quindi per voi tutti è un momento che potremmo definire “speciale”?

Sì, è un momento speciale – e anche inusuale – in cui ci si ritrova tutti assieme. Siamo molto felici, poi, che si tenga a Villa Massimo. Anche se per il pubblico l’evento si limita alla sola serata del venerdì, tutto lo staff e gli artisti sono assieme anche il sabato e la domenica. In pace, che è un aspetto fondamentale del Campfire.

Hai qualche particolare ricordo della tua residenza a Villa Massimo? Qualcosa che poi ha influenzato il tuo lavoro artistico?

Sì, ce ne sono parecchi, anche al di là del lavori che ho realizzato durante il periodo di residenza. Diciamo è sempre stato un mio desiderio quello di mantenere un legame con Roma, cosa che si è poi materializzata in diversi progetti e mostre con le gallerie d’arte della città e, certamente, con il Campfire.

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Un lavoro di Carsten Nicolai, esposto alla galleria Lorcan O’Neill di Roma

Qual’è il tuo scorcio preferito di Roma?

Il buco della serratura di Piranesi, dal quale guardare San Pietro.

Se dovessi scrivere una colonna sonora per Roma, come suonerebbe più o meno?

Prendete tutti i film di Fellini e fateli partire contemporaneamente: vi avvicinerete parecchio alla mia idea.