Siamo tornati alla Bebe Vio Academy, la palestra multi sportiva voluta da Bebe Vio e Nike – assieme ad art4sport – per promuovere assieme gli sport paralimpici e olimpici. L’anno scorso avevamo seguito due intere stagioni di allenamento sia al Centro Sportivo Iseo ad Affori che al Bicocca Stadium, cercando di conoscere e vedere dal più vicino possibile la reale situazione di un’accademia multi sportiva improntata, prima di tutto, a fare comunità. In tutti e cinque gli sport – calcio amputati, sitting volley, atletica leggera e scherma e basket in carrozzina – avevamo capito da subito una cosa: qui, a quanto sembra, prima di tutto bisogna divertirsi.
Rivediamo volti di bambini che avevamo incontrato, ci sono noti e ragazzi nuovi, con e senza disabilità. Il clima è quello di sempre: un gran casino tra i percorsi, con i bambini che schizzano tra gli slalom, centrano canestri stridendo con gli pneumatici delle carrozzine, stoccano veloci ma stazionari con il fioretto e qualche pallone schizza dentro piccole porte. Insomma, quando c’è casino ci si diverte. È una sana caciara che necessariamente deve essere propria dello sport – non come pratica ma come cultura sportiva –, e basta pensarci un attimo per rendersi conto della questione principale e degli intenti che scandiscono l’animo dell’Academy di Bebe Vio.
Il divertimento ha una certa intenzione: modellare e imbastire quell’attitudine allo stare assieme.
Si capisce che c’è un’idea di gioco che travalica l’aspetto esclusivamente ludico e va a connotarsi come strumento educativo, per cui il divertimento ha una certa intenzione: modellare e imbastire quell’attitudine allo stare assieme, a costruire con un paio di risate e un po’ di foga sportiva una cultura appropriata, ed è proprio questo il punto. Perché qui l’idea è quella di operare un certo cambio di mentalità, di mettere le basi per la costruzione di una “cultura della disabilità”.
Significa insegnare a un bambino da sempre e prima possibile cosa sia la disabilità, senza che questa venga nascosta dagli sguardi che hanno solcato diverse infanzie non troppi anni fa: dal “non guardare che è maleducazione” al superstizioso “se ti siedi su una carrozzina poi ci rimani anche tu”. Si tratta insomma di rendere visibile, di includere la varietà delle vite e delle esperienze in una quotidianità, ed è qui che sta quella “efficacia” del divertimento attraverso lo sport. Perché, ci ha detto Bebe Vio, «Se impari ora che cos’è una disabilità, una cicatrice, diventa parte di una normalità e non ne avrai più paura». L’esempio più eclatante è quello di un sussidiario di italiano della seconda elementare che ha in copertina Bebe stessa, e «significa che amputazioni, carrozzine, protesi, stanno via via diventando parte della cultura di un bimbo».
«Se impari ora che cos’è una disabilità, una cicatrice, diventa parte di una normalità e non ne avrai più paura.»
L’Academy ha questo principio-guida: il cambio di rotta di una certa sensibilità, ed è attraverso lo sport che questo può avvenire. Attraverso un’idea e un modo di “competere” che spezza la convinzione di una qualche disparità, di una qualche differenza, mettendo bianco su nero e davanti agli occhi l’evidenza che chiunque, con i giusti ausili, può tenere testa a chiunque.
Avrete capito che non si tratta propriamente di una scuola, ma più che altro di un lavoro tra amici, di un’educazione in comunità. La BVA è d’altronde un luogo in cui prima di tutto si fa sport senza distinzioni, senza splittare l’olimpico dal paralimpico, senza l’obbligo di una carrozzina o l’imperativo del senza, senza soffermarsi su cosa si può o non si può, ma seguendo la certezza che bisogna rintracciare le proprie appropriatezze, trovare i modi in cui ogni corpo imbrocca il suo potenziale, i suoi possibili e le sue specificità, e andarci a fondo. È tutta una questione di esercizio: del corpo, degli occhi e della cultura.
Le iscrizioni per questo nuovo anno sono ancora aperte, e potete iscrivervi qui.
La Bebe Vio Academy e l’inclusività come futuro dello sport
Il sitting volley alla Bebe Vio Academy
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La destrezza di una scherma che non può indietreggiare
A settembre ritornano gli allenamenti della Bebe Vio Accademy