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Siren Festival: una guida a Vasto

Spiagge, storia, arte, cibo locale e musica (quasi) da mattina a notte fonda: dal Siren Beach Stage alle degustazioni di cibi e vini locali nei Giardini di Palazzo d’Avalos, ecco cosa fare a Vasto durante i giorni del festival.

Scritto da La Redazione il 25 luglio 2017
Aggiornato il 15 settembre 2018

SIREN FESTIVAL Vasto, 21-24 luglio 2016

Foto di Giulia Razzauti

VASTO CITTÀ: STORIA E ARTE

«Città di grazia, fiore della mia terra», l’epiteto che gli aveva dato il pescarese Gabriele D’Annunzio. «Atene degli Abruzzi», il platonico (ma neanche tanto) titolo vantato dal XIX secolo. «Tra le città più favorite dalla natura», la descrizione calzante fornita dallo storico Luigi Marchesani. Questo è il biglietto da visita di Vasto, piccola (di dimensione) grande (nei contenuti) meraviglia piazzata su un promontorio che le consente di godere di uno sterminato belvedere sull’Adriatico. La storia, non proprio casualmente, vista la collocazione strategica, è passata spesso e volentieri sia al piano nobile di Vasto Città che sul litorale di Vasto Marina, lasciando in dote tracce e testimonianze di ogni tipo.

I giardini d'Avalos
I giardini d’Avalos

 

Dominata da Ostrogoti, Bizantini, Longobardi con il Ducato di Benevento, distrutta dai Franchi di Pipino il Breve su ordine di Carlo Magno, presa dai Crociati e dai Veneziani, ricostruita dal Regno di Napoli sotto le dinastie dei Caldora e dei D’Avalos, saccheggiata dalle scorribande di Turchi e Saraceni e dichiarata ufficialmente città nel 1710 da Carlo d’Austria: Vasto è stato un punto d’incontro e di passaggio culturale come pochi. Con una quantità e una qualità di testimonianze, reperti e monumenti che non possono passare inosservati neanche all’occhio del turista più disattento – o del festivaliero con testa e orecchie solo per la musica.

La passeggiata (con vista) che conduce a Palazzo d'Avalos
La passeggiata (con vista) che conduce a Palazzo d’Avalos

 

Resti di ville augustee, tracce di insediamenti medievali, strutture architettoniche originarie, palazzi: solo per restare all’offerta del centro storico vastese, senza neanche allargarsi all’entroterra. Camminando per Vasto, prima, dopo e anche durante il Siren, non mancheranno piacevoli scoperte come le passeggiate panoramiche di Via Adriatica e di Loggia Amblingh e le tantissime chiese d’arte (Chiesa di Santa Maria Maggiore, la Chiesa di San Michele Arcangelo, la Cattedrale di San Giuseppe) sparse per il borgo. Qualsiasi giro, stilando le priorità, non può prescindere da una tappa al Castello Caldoresco, in pieno centro storico e con immancabile (e meravigliosa) vista su tutta la costa del Golfo di Vasto.

Piazza Barbacani e il Castello Caldoresco
Piazza Barbacani e il Castello Caldoresco

 

Altra fermata obbligata, anche perché dimora di uno dei palchi del festival, è Palazzo d’Avalos. Al suo interno albergano i musei che regalarono a Vasto il bollino di qualità e di bellezza di «Atene degli Abruzzi»: il Museo Archeologico, la Pinacoteca Civica e il Museo del Costume Antico. Per i completisti delle bellezze vastesi, si consiglia un passaggio alle Torri di Bassano, Diomede del Moro e Damante, una sosta a Palazzo della Penna e uno sguardo ai Palazzi storici di Piazza Caprioli.

Vista da Porta San Pietro
Vista da Porta San Pietro

 

Qualcosa da vedere si trova, senza neanche saperlo o volerlo ma solo partecipando alla vita del festival, andando al Porta San Pietro Stage. Un palco – gratuito, dettaglio da non sottovalutare – piazzato davanti all’unica parte rimasta ancora intatta della chiesa medievale, provata nel 1956 dal cedimento a valle del costone e demolita negli anni successivi. Incontri ravvicinati del “Siren tipo”. Vedere un concerto dentro una chiesa, nel cortile o nel giardino del Palazzo d’Avalos, sul portale di un piazzale lastricato di marmo bianco: nell’isola felice di Vasto, girando semplicemente da un palco all’altro, la musica non esclude la cultura.

Vasto città: vicoli
Vasto città: vicoli

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