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Tacita Dean

Marella Arte Contemporanea, Via Lepontina 8, Milano

di Bertrand Delux

Venti incisioni costituenti l'opera "The Russian Ending" nella mostra dell'artista britannica
Avete amato Arca Russa di Sokurov. Vi sembrava arte oltre che cinema. Il lavoro di Tacita Dean normalmente fa l'effetto opposto. Sembra vagamente più cinema che arte. Anche in questo caso, nonostante si tratti di fotografia. Seppure in serie. The Russian Ending è un ciclo di cartoline collezionate dalla Dean trasformate in immagini di medio formato, arricchite di segni, scritte e notazioni a mano. Ma è anche un capolavoro di struggente malinconia. I soggetti sono quasi tutti disastri o eventi catastrofici. Tacita Dean li trasfigura in superficie narrativa, in viaggio visionario dentro l'immagine. Non è narrative art, come si sarebbe chiamata negli anni Settanta. Ci si immerge in un piano sequenza dietro l'altro. E' puro cinema. E' uno sguardo colto e acuto verso l'Est ma anche verso la modernità, la sua fine. O, inaspettatamente, il suo inizio. Non a caso, al Castello di Rivoli, la grande mostra sui "Moderni" si chiude su Fernsehturm, maestosa installazione video di Tacita Dean con immagini dell'omonima torre televisiva berlinese. Il simbolo di qualcosa che non c'è più, ma, al tempo stesso, di un rinnovamento traumatico e splendente.

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