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Lou Reed

18/5/2003, Teatro Nuovo, piazza San Babila 2, Milano

di Arthur Cravan

Se vi aspettate da Lou Reed l'esecuzione di "Satellite of Love" nella versione di Transformer (1972), oppure ancora una "Sunday Morning" clonato dalla registrazione di "Velvet Underground & Nico" (1967), farete meglio a starvene a casa. In fin dei conti è domenica sera, l'indomani si lavora. Magari la vostra fidanzata vi prepara la zuppa di cipolle, oppure passa da Blockbuster nel pomeriggio per farvi una bella sorpresa. State a casa dunque, lettori reazionari! State a casa con le morbide ciabatte, voi nostalgici! Lou Reed non fa proprio al caso vostro: sarebbe una vera delusione! Non canterà di certo "I can get no satisfaction" come Mick Jagger ad ogni concerto dei Rolling Stones. Sicuramente non canterà "Michelle" come Paul McCartney ad ogni concerto della sua band. Lou Reed è un'altra cosa. E' uno spirito in continua evoluzione. E' un prodotto delle sue giornate. Lou Reed è un musicista, un poeta. Se non lo capite farete meglio a starvene a casa, ipocriti lettori, miei simili, miei fratelli!

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