“Shijinrui”, dicono in Giappone. La nuova umanità. Così i giornali nipponici vent'anni fa definirono le nuove generazioni. Ragazzi che vivono il mondo tecnologico da prima di essere concepiti (oppure: sono stati concepiti proprio dal mondo tecnologico), generazioni di uomini connessi intimamente ai calcolatori elettronici, che respirano tra i lucori incessanti degli schermi (tv-pc-telefonino-ipod-vcr-dvd-divx-tomtom-psp), che si nutrono di energia nelle infinite calli della civiltà elettrica. Noi ragazzi di oggi, insomma, interfacciati completamente con i mondi virtuali, noi iperconnessi con i nostri sfavillanti e fulminei avatar videomatici. Noi che oramai siamo personaggi epici però fatti di niente. Noi che abbiamo fatto in modo che l'industra dei videogames fatturasse più di Hollywood. Questa umanità è ora in mostra al World Cyber Games. E si preannuncia uno spettacolo. Half Life, DOA, “Starcraft Brood War” sono capolavori di intrattenimento che hanno fatto la storia dei videogiochi oltre ad avere impegnato cervelli. In Corea, “Starcraft” (uno strategico in tempo reale ambientato in un futuro spaziale con tre razze eroicamente in guerra fra loro) è quasi uno sport nazionale con atleti oramai divi che si massacrano davanti a stadi interi (anche 10.000 persone di fan bercianti, con cori, ole, striscioni e commentatori esaltati compresi). Fatevi un giretto su Youtube per vedere di cosa stiamo parlando. Infine, un messaggio per i veri fan di Starcraft, che tradirà le mie inclinazioni: “For Adun”.
World Cyber Games 2006
Autodromo di Monza, Via Vedano, 5, 20900 Monza (MB)
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