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Henry Rollins - "The Long March"

15/2/2012, Teatro Sala Fontana, via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano

di Mara Sontina

Il punk non è morto, va solamente a nanna presto, divora libri, offre cultura senza spaventare le vecchiette, è acuto, ironico, fa ridere e riflettere. A differenza dell'intellighenzia hipster, il cui massimo contributo fu di infilare i Modest Mouse dentro "The O.C.", alcuni protagonisti della scena punk-hc anni 80 hanno saputo emergere nel panorama culturale statunitense e internazionale. Il più famoso, Henry Rollins, che già sapete essere leader ultracarismatico dei Black Flag, è uno scrittore attivista, attore, editore, che sfrutta la sua logorrea artistica per brillanti spoken word vincitori di Grammy. Caratteristica posizione fronte palco, teso come se dovesse cantare, Henry è uno tsunami di aneddoti, onomatopee ed emozioni tratti dalla sua sconfinata esperienza di viaggi, persone, capacità di capire. Non aspettatevi raffinati tempi comici o acrobazie lessicali. Quest'omaccione "è molte cose" come sentenziarono tautologici sul Washington Post. Chiudete un occhio sulle battute un po' grossolane tarate sulle coscienze del pubblico yankee. Godetevi il flow e vivete il rispetto paritario trasmesso da questo papà spirituale (non guru) che vi ha sempre compreso nella vostra rabbia contro il mondo.

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