In alcuni (fortunati) periodi dell’anno, la civiltà terrestre entra in contatto con gli Space Aliens From Outer Space. In mezzo a proiezioni di coloratissimi frattali, uso generoso della fog machine e uno spettacolo non distante dall'immaginario sci-fi dei nostri anni 50, le tre identità aliene manovrano le loro macchine che emettono pulsazioni ai confini con la dance. L’alieno di argento vestito, posizionato al centro della formazione, lancia i suoi sermoni con un uso smodato del vocoder: se fossero degli umani, applaudirei al fatto che, dopo anni di understatement indie, si torna finalmente alla musica-spettacolo. Sempre di anni 50 si parla - e un po’ pure di alieni, visto cos’è stato Moondog per i tempi in cui ha vissuto (e pure per i nostri) - con Hobocombo, trio che ha iniziato il suo percorso quasi esclusivamente come tribute band del Vichingo della Sesta Strada e si è evoluto nel tempo mantendendo fede all’ispirazione originale, ma incorporando elementi della tradizione italiana e il songwriting di Robert Wyatt. Un prototipo di musica pop del passato riproposto in chiave attuale, confluita recentemente in "Moondog Mask", album pressoché impossibile da classificare. Un caleidoscopio di combinazioni musicali, field recording e contaminazioni fra elettronica analogica e folk sardo (!) finito dritto dritto nel cartellone di quest'anno del Transmediale di Berlino.
Space Aliens From Outer Space + Hobocombo
17/1/2014, Cox 18, Via Conchetta 18, Milano
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