Purtroppo non è affatto come vorrebbero i radical chic ed i loro malcerti succedanei. I graffiti non sono arte. Né i writer sono artisti. Punto. Chiudessero con questa retorica finto demagogica. Ancora a credere che le corporation si approprino delle modalità delle sottoculture. Buonanotte. E´ ora di iniziare a pensare al buen retiro umbro, al paesello ligure ipercablato. Dove i graffitari chissà come però, non arrivano. Ci sono però dei signori, spesso eccellenti artisti che, specie nel proprio passato, hanno attraversato l´esperienza della strada. Della bomboletta e delle corse, dello skate e delle mascherine, degli stickers e della break dance, dell´hip hop. Oggi sono art director, grafici web, ovviamente per le grandi corporation, o registi per video, animazioni, solo in alcuni rari casi artisti, autori di opere e installazioni. E´ il caso dell´americano Barry McGee, che da Prada ha fatto un lavorone. Camioncini ribaltati, sculturine cinetiche alla Tinguely, un mastodontico wall painting rosso (nient´altro che il fumo dello scarico del disegno di un camioncino). Di nuovo una grande mostra da Prada, alla fine forse quasi troppo perfetta, ma imperdibile.
Barry McGee
Fondazione Prada, Via Fogazzaro 36 - Milano
Social