La parola puma ha origini nella lingua quechua, parlata dagli Inca e tuttora viva in alcune regioni del Sud America. Significa „leone di montagna“ o „grande felino“, riferendosi all’elegante predatore noto anche come cougar o pantera. È straordinario come questo termine sia sopravvissuto alla colonizzazione spagnola dell’America Latina, tanto da essere stato adottato non solo dai conquistatori iberici, ma anche da lingue come il francese, l’italiano, il portoghese e persino il norvegese. La forza evocativa delle parole, dunque, resiste e continua a vivere oltre le vicende storiche.
Ed è curioso che chi porta il cognome Puma, proprio come il termine originale, riesca a suscitare la stessa fascinazione. Coca Puma, giovane musicista emergente, fa dei suoni analogici e del potere delle parole il magnete della sua musica. Il 20 febbraio si esibirà sul palco di Volvo Studio per il secondo appuntamento di RUMORE in Studio, navigando in un viaggio sonoro tra nu-jazz, nu-soul, elettronica, ambient e post-rock e dimostrando come il linguaggio musicale sia sempre capace di connettere mondi distanti.
Geschrieben von Emma Bartolini