L’Isola non è più isolata, si è aperto il nuovo, scenografico accesso pedonale e ciclabile di Piazza Gae Aulenti: ora si può fare un’entrata trionfale nel quartiere imboccando la passerella dello shopping da Corso Como, sbucando nella tonda piazza sotto la Torre Unicredit, scendendo il lieve pendio che fiancheggia il parco Biblioteca degli alberi, ora BAM, fino a specchiarsi nelle vetrate del Bosco Verticale di Boeri, e passare in mezzo alle due torri per trovarsi nel cuore dell’Isola nuova, quella del lusso e del verde, tra via De Castilia e via Confalonieri, brulicanti di bar, ristorantini, tra il palazzo di Google e la Casa della Memoria di Baukuh: cafè Gorille, la mitica trattoria Da Tomaso, l’ultima dove mangiare con gusto cinghiali e ossobuchi, Ratanà, Cibario, I nusc, e in mezzo a tutto questo Piano Terra, ultimo presidio dei gruppi attivisti in lotta.
Girando a sinistra si approda a via Borsieri, che con le sue proporzioni e le sue alberature, i mille tavoli e tavolini spiegati dall’inizio alla fine, è una delle strade più accoglienti, una delle prime ad attirare persone da altri quartieri: qui si trovano le due ferramenta storiche Musto e Masé, e il Blue Note e il Nord Est, ormai monumenti della vita del quartiere. A cui poi si sono aggiunti i bar Momo – un punto d’incontro tra la cultura italiana e senegalese, con piatti, oggetti ed estetica africana – BOB, Ghe Sem, e moltissime pizzerie e streetfoodari.
Giunti alla Rotonda di Piazzale Segrino, si prosegue con Thaon De Revel, una curiosa stradina trasformata in Moto District, con negozi di moto e abbigliamento da moto e bar a tema. Anche il regno del Deus, però, e poi di KD e Ajo Blanco, con una nota genuina alla fine: la trattoria della Fontana.
Per chi arriva motorizzato però l’ingresso più interessante è dal cavalcavia Bussa, che si imbocca venendo da Piazzale Baiamonti e girando da via Farini a destra prima della famosa chiesa di Caccia Dominioni con le sue piastrelle marroni. Dal cavalcavia, paesaggio brutalista che conserva il tono selvaggio della vecchia Isola, è d’obbligo affacciarsi a vedere il tramonto sui binari con vista cimitero e Scalo Farini (il futuro, come direbbe Cetto La Qualunque) e dall’altro lato i riflessi rossastri sui grattacieli di Catella: Torre Unicredit, Bosco Verticale, Torre Solaria, Torre Diamante, Gioia 22 ancora in costruzione, l’armatura del Nido, le elegantissime case di Cino Zucchi, e poi Palazzo della Regione, Torre Galfa rifatta, Pirellone in lontananza. Per ora è anche possibile lasciare la macchina qua.
Scesi dal curvone invece di imboccare via Borsieri vale la pena di affacciarsi in un giardino che non ha niente da invidiare ai modelli berlinesi come il Prinzessinengarten: Isola Pepe Verde, fondato dal collettivo artistico Isola Art Center.
Poi, girando a destra, si arriva al mitico incrocio via Carmagnola-via Pastrengo, con il primo Botanical di Milano, e Anche Ristorante con la sua cotoletta sbagliata, per spuntare infine a Piazza Archinto, epicentro della vita notturna isolana, dove si affollano fino alle prime luci del mattino persone alticce di ogni età. Ora è un grande cantiere, e la vita è confinata ai suoi margini tra la Cantinetta e il Vinyl, ma appena i lavori saranno conclusi la folla nella piazza neopedonalizzata farà impallidire le colonne di San Lorenzo. Sull’asse di via della Pergola sono ancora visibili le tracce della tradizione dei graffiti del giro di Microbo.
Ma per chi vuole bere c’è posto anche più avanti, lungo via Pollaiuolo, in tre tappe: al Frida, al Wasabi e al Millemisture.