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ZUMA: l’Alleanza Galattica

Dal 2 al 4 giugno a Milano arriva Zuma: line up tra psichedelia e sperimentazione, workshop, dj set, colazioni e sleeping concert orientati a trasformare il festival in un'esperienza di viaggio e condivisione. A tirare le fila, un'inedita 'Alleanza Galattica' fra diverse realtà della Milano 'underground'.

Scritto da Chiara Colli il 30 maggio 2017
Aggiornato il 5 giugno 2017

volume

VOLUME

Più che un negozio di dischi e libri un “progetto” dedicato alla cultura indipendente. Volume ha aperto solo lo scorso settembre, ma tra concerti, presentazioni e collaborazioni è già diventato un riferimento della Milano “alternativa”. Di Zuma ce ne parla il suo uomo solo al comando, Marco Monaci.

 

 

Quando il Dome, ormai quasi un anno fa, mi parlò dell’idea di un festival tipo “Woodstock a Milano”, ricordo che ne parlavamo come fosse un gioco: ci immaginavamo tutti nudi e drogati e sporchi di fango in una cascina appena fuori Milano, e la cosa faceva ridere. Eppure si capiva che c’era la voglia di provare a fare qualcosa in cui solo pochi di noi si erano cimentati: prima di tutto realizzare un’alleanza (galattica). Mi sono ritrovato subito catapultato in questo spirito di condivisione, questo “esperimento sociale” come lo ha chiamato qualcuno, in cui tutti avrebbero fatto qualcosa, in piena libertà, in cui ognuno avrebbe assunto un ruolo senza mai perdere di vista lo scopo collettivo. Io non so se a Milano, specialmente fuori dal circuito dei centri sociali dove lo spirito di condivisione finalizzato a stare (e a far stare) bene è – o dovrebbe essere – all’ordine del giorno, si sia mai realizzato qualcosa di simile. Forse sì, ma chi se ne frega, per me e per molti di noi sarebbe stata la prima volta. Ecco, la cosa che mi piace di Zuma è proprio il fatto che non si siano persi di vista la sua missione e il suo spirito: stare bene, divertirsi, ascoltare buona musica, autoprodursi, coinvolgere amici e amici di amici e creare un nuovo tipo di esperienza DIY all’interno del panorama culturale milanese. Che poi è un po’ quello che nel mio piccolo cerco di fare io con Volume: cercare di contribuire a fare sistema con realtà affini, per proporre qualcosa di diverso e genuino. A me piace pensare che Zuma sia importante proprio per questo, a dimostrazione del fatto che più siamo più ci divertiamo.

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