Wolf Eyes

C’è una cosa che ho sempre pensato dei Wolf Eyes: “a questi qua non gliene frega un cazzo di niente“. Solo con un atteggiamento del genere puoi passare attraverso gli anni Zero a disseminare le terre emerse di un centinaio e rotti di uscite tra cassette e cd-r autoprodotti e dischi su etichette maggiori, mettendo d’accordo metallari e noiser, ma pure qualcun altro. Il trio viene fuori dall’area di Detroit, la città che negli anni ha vomitato i suoni più coriacei che ci siano in giro - vi basti pensare agli MC5 o alla techno. Wolf Eyes, dei casinari incalliti che si permettono di continuare a fare il miglior noise in circolazione anche quando l’ondata hype del noise è scemata; gente che non si prende troppo sul serio, anzi pure burloni, che poi quando salgono sul palco ti lasciano a bocca aperta e ti devastano con le loro frequenze moleste.