MMXIX: Quo Vadis?

Luoghi cruciali del 2019

Una mappa dei centri nevralgici per capire dove sta andando Milano

Scritto da Simone Muzza il 21 dicembre 2018 Aggiornato il 7 gennaio 2019

Belle, utili e anche un filo nostalgiche le classifiche di fine anno, siete d’accordo? Lungi dal voler essere snob, anche noi ne abbiamo stilate un paio (bar e ristoranti), ma in questa sede vorremmo spingerci oltre, provando a disegnare una mappa dei centri nevralgici per capire dove sta andando Milano.

Che la nostra sia una città in continua espansione ed evoluzione non lo scopriamo certo ora, semplicemente vogliamo fare una previsione di quei luoghi che frequenteremo di più nel 2019. A partire dai quartieri delle periferie sempre più vive e, a dispetto delle classifiche che hanno incoronato Milano come la miglior città dove vivere, sempre più povere e in cui sarebbe auspicabile fare un bel po’ di investimenti invece che destinarli a progetti di grandeur milanese come la riapertura dei Navigli (come forse avete letto siamo per il NO).
Da No.Lo a Calvairate, passando dal Giambellino e dalla Barona, senza dimenticarci dell’hinterland, perché Milano non finisce ai suoi confini e città come Sesto, Cinisello, Rho, Cologno Monzese, Paderno Dugnano e Rozzano (giusto per citare le più popolose) stanno contribuendo alla crescita meneghina: parafrasando De André, spesso dal centro non nasce niente, mentre dall’hinterland nascono i fior, almeno artisticamente parlando.

Dal centro non nasce niente, mentre dall’hinterland e dalle periferie nascono i fior, almeno artisticamente parlando

Rimanendo oltre la circonvalla, in cui sarebbe auspicabile circolassero solo auto senza combustione interna entro il 2020 (dai Sala, facci questo regalo, saresti ricordato nei secoli dei secoli amen, e già che ci sei non aumentare il biglietto dell’Atm a noi povery), resta da capire la questione degli scali: a partire dallo Scalo Farini, l’unico che quest’anno vedrà un sostanziale cambiamento (proprio in questi giorni sarà annunciato il vincitore del bando sul progetto).
Quanto agli altri scali, i tempi non sono ancora maturi, ma di certo Scalo Romana è il più vivo: dalla Fondazione Prada a Social Music City, ci troverete spesso all’ombra della nuova Torre.
Allo Scalo di Porta Genova, invece, sorgerà per due anni un campo agricolo temporaneo, “Agroscalo 2020”: “un’idea basata su un modello di economia circolare, che vuole superare la contrapposizione città-campagna in un’ottica di valorizzazione reciproca e promuovere uno stile di vita sostenibile, riducendo l’impatto ambientale di alcuni consumi e comportamenti quotidiani”.
A proposito di mercati, in via Friuli 11, ha aperto il più grande mercato al coperto della Lombardia con i migliori produttori agricoli della regione. “Che faccio lascio?”: lunga vita a tutti i mercati!

Il Dude fa di Corvetto il centro del week-end milanese, e poi diteci se ballare la migliore musica elettronica del mondo in alta fedeltà bevendo un Sazerac in Osservatorio non è una delle migliori cose da fare in città. Il sabato, invece, andremo ancora in zona Portello, da Masada: il regno dei pomeridiani che non finiscono mai.

Il Dude fa di Corvetto il centro del week-end milanese, e poi diteci se ballare la migliore musica elettronica del mondo in alta fedeltà bevendo un Sazerac in Osservatorio non è una delle migliori cose da fare in città

Seppur molto diversi tra loro, oltre la circonvalla e dunque in periferia sono presenti i cosiddetti spazi occupati come Macao, Leoncavallo e Tempio del Futuro Perduto, l’unico più in centro rispetto agli altri, tra il Cimitero Monumentale e la Fabbrica del Vapore (luogo del Comune di Milano ancora oggi senza un’identità e un progetto), ma la scena di questi spazi è talmente viva ed entusiasta che andrebbero citati tutti.
Soprattutto Macao è “il” luogo di aggregazione notturna a Milano: la tematica degli sgomberi e dei tira e molla sugli immobili tra pubblico/privato/cittadinanza è un tema caldo in varie città d’Italia e crediamo che Macao resti l’esempio più seguito ed emerso a livello nazionale.

Cosa succederà in Città Studi? Gli eventuali trasferimenti dei dipartimenti scientifici dell’Università Statale di Milano nell’area ex Expo è un’idea pessima: la Statale dispone di 120 milioni con cui potrebbe ristrutturare e adeguare gli edifici di sua proprietà – immersi in uno dei tessuti urbani milanesi di maggior pregio per la qualità architettonica, per la connessione, per la presenza di verde – alle nuove esigenze della ricerca. Se trasloca invece dovrà pagare 30 anni di canone (20 milioni di Euro circa all’anno) a Lendlease, per trasferirsi in uno spazio isolato e sostanzialmente antiurbano, senza alcuna garanzia di avere un campus fantascientifico.
Ma anche il trasferimento degli Istituti Besta e Tumori a Sesto San Giovanni per la creazione della Città della Salute non ci sembra necessario: perché desertificare un quartiere così ricco di vita?

Perché desertificare Città Studi, un quartiere così ricco di vita? Per andare al fu Expo poi, uno spazio isolato e sostanzialmente antiurbano

Quanto a San Siro, i continui tira e molla di Milan (soprattutto) e Inter creano un clima di incertezza: l’ultima notizia in ordine temporale è quella di costruire un nuovo stadio di fianco al Meazza, per poi demolire quest’ultimo una volta pronto il nuovo impianto. Sinceramente preferiremmo un suo restauro, saremo romantici ma ci sono monumenti intoccabili, e il Meazza è uno di questi.
Secondo l’assessore Maran, la vicina Piazza d’Armi diventerà un grande parco con grandi funzioni urbane: ma a distanza di mesi dall’annuncio estivo non se ne è saputo più niente, i cittadini continuano a vigilare, sarebbe fondamentale conservare l’oasi naturalistica e soprattutto non cementificare.

Spostiamoci in centro: la Triennale di Milano, che con la XXII Triennale (Design Takes on Human Survival) di Paola Antonelli, il nuovo Urban Center di Matteo Ghidoni, il nuovo Museo Permanente del Design diretto da Joseph Grima, il Teatro dell’arte a pieno regime di Umberto Angelini, una nuova casa editrice curata da Edoardo Bonaspetti, forse la mitica Fossa trasformata in skatepark da Andrea Caputo, e una serie infinita di altri progetti che spuntano qua e là, è un punto di osservazione importante per capire come si muove la Milano dei prossimi anni.

La Triennale è un punto di osservazione importante per capire come si muove la Milano dei prossimi anni

Ancora più in centro, il Camparino si appresta al nuovo restyling – solo nella parte di sopra, non temete – proprio nel centenario del Negroni, cocktail nato a Firenze ma che a Milano ha casa grazie appunto alla Campari e al Bar Basso che l’ha reinterpretato. In generale la zona Duomo nel bene e nel male sta avendo una rinascita, anche grazie agli americani: da Apple a Starbucks, ma non solo: pensiamo alla torinese Lavazza, e a cose più local come Piz e Pomet di Pasquale Pometto, ma anche Trattoria Nennella da Napoli.
In generale, parlando di ristorazione, crediamo nella rinascita delle trattorie come risposta ai fighettismi di poke e avocado toast; nel caffè e nel pane buoni. Trattorie, pane e caffè: c’è qualcosa di più tradizionale? Poi alla fine ci scasseremo di aperitivi come sempre, ma ci piace pensarlo.

Trattorie, pane e caffè: c’è qualcosa di più tradizionale? Poi alla fine ci scasseremo di aperitivi come sempre, ma ci piace pensarlo

Finiamo questa guida con i Navigli e Milano Sud in generale con cinque luoghi che in qualche modo stanno cambiando in meglio la città. A partire dal Biko: da sempre la casa di hip hop, jazz e world, le musiche del passato più o meno recente che si stanno rinnovando/evolvendo meglio in questi anni.

Santeria Social Club, un luogo interessante e con una linea ben riconoscibile non solo per le scelte musicali ma anche per gli incontri, i talk e i festival di autoproduzioni o fanzine.
Radio Raheem, all’interno del Ral8022, che non è solo una radio ma anche un crocevia, un esperimento unico e ben riuscito in crescita con una libertà di pensiero che altre piattaforme non hanno e ottime potenzialità nell’organizzazione di eventi.

Qui vi abbiamo parlato di Music Innovation Hub a Base, il più grande polo per l’innovazione musicale in Italia: ne sentiremo delle belle!

E infine Buka, che tra via Boffalora a Milano Sud e lo Striptease a Milano Nord ci regala sempre feste molto libertine e divertenti.

Poi appunto ci sono gli eventi, ma qui si apre un’altra Bibbia.
Ci vediamo in città, in piazza, in pista, in.

Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-01-11

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