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Via Sile 8

Zero qui: Ci porta la gente a divertirsi con HYPERLOCAL FESTIVAL.

Foto di Delfino Sisto Legnani

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Via Sile 8 via Sile, 8
Milano

Questa nuova sede delocalizzata del Comune è bizzarra. Una mescolanza di immaginari – lo dobbiamo dire – decisamente poco consueta. Da fuori vi sembra un grande volume squadrato e lattiginoso, con partizioni vetrose a spigolo che tracciano rigide geometrie verticali. Un po’ la NASA un po’ Azkaban.

Le immagini di questo edificio pendono da un lato verso la casa a ringhiera e dall’altro verso il panottico foucaultiano e la prigione di Azkaban.

Se entrate all’interno vi trovate invece in un cortile discretamente ampio e piastrellato – sempre di quel bianco-latte – forato nel mezzo da un buco quadrato con gli angoli smussati da cui potete affacciarvi sul parcheggio. Guardandovi attorno vedrete soltanto un salire vertiginoso di otto piani, numerati da secchi e sonori numeri in rosso sangue alti circa un metro e scanditi da bianchissime balaustre che sottolineano il crescendo del pozzo verso il cielo, di piano in piano. Come non cercare poi di farvi immaginare i vani scala ben pronunciati a pianta cilindrica, elicoidali, un gioco di pieni e vuoti che vi dispongono all’affaccio sul cortile interno di quando in quando, con un climax di vertigini e potenza non indifferente.

Foto di Delfino Sisto Legnani

Insomma, fin qui il brodo di immagini pende da un lato verso la casa a ringhiera, dall’altro verso il panottico foucaultiano e la prigione di Azkaban. Che poi bisogna dire che vanno pure d’accordo in fondo con la faccenda del controllo e delle comari, le case a ringhiera e il panottico: qui ognuno può vedere, potenzialmente, tutti. Ma saliamo sul tetto seguendo l’elica delle scale o la rettitudine pigra degli ascensori. All’ottavo piano troverete l’impensabile: una pista di atletica leggera con tanto di tartan (quel materiale sintetico e rossastro delle piste), erbetta curatissima con fragili fiorellini che ritagliano spazi floridi in corrispondenza delle grondaie, lunghi impianti d’aerazione metallici e scintillanti e una vista mozzafiato che incontra da un lato Milano che s’innalza con i grattacieli, e dall’altro il suo spianarsi verso i campi al di là di Corvetto.

Foto di Delfino Sisto Legnani

Che dire. Non lo sappiamo neanche noi, considerando poi che il progetto di ristrutturazione (era un vecchio edificio questo) prevedeva anche di poter prendere il sole sul tetto oltre che a fare del running, di infrascarsi e rinfrescarsi tra le fronde di un giardinetto verticale a là Boeri, di costruire una zona permeabile, piacevole, dove si potesse scegliere a cuor leggero e contento di passare del tempo ogni tanto. Al Comune. Running. Tempo libero. Prendere il sole. Capito?

Foto di Delfino Sisto Legnani

Non a caso, questo Azkaban meneghino a ringhiera inverdito da fresche frasche si dispone benissimo ad attività culturali. Una tra tutte gli darà l’avvio. Glielo daremo noi.

La primissima edizione di HYPERLOCAL FESTIVAL, il primo festival delle comunità e dei quartieri tra Milano, Roma e Bologna sarà qui. A presidiare il Comune con più di 40 invitati tra artisti, dj, performer e tanto altro. Un primo esperimento di zona autonoma urbana con palcoscenici a ringhiera e performance che parlano della nostra contemporaneità urbana, della cultura iperlocale e delle scene territoriali. I quartieri sono la forma più elementare delle città e il nostro nuovo multiverso. E l’altrove non poteva che cominciare da qui. Con un «Benvenuti» al Nuovo Comune di Milano.

Foto di Delfino Sisto Legnani