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160 artisti per Careof

Careof, Via G. Procaccini 4, Milano

di Bertrand Delux

Continuità con la tradizione, cura per il disegno, attenzione ai processi di creazione pura più che all’opera chiusa e finita. In attesa della prossima Biennale di Venezia, che si annuncia interessante benché forse un po' reazionaria, ecco l'occasione per verificare l'evolversi di queste tre questioni all'interno della scena italiana negli ultimi due decenni. Vanno infatti in pista 160 artisti per ventuno anni di attività: tutti quelli che sono passati dal Careof. Nessuna meteora, qualche celebrità, un’opera a testa. Quella che ci aspetta è un'esposizione di lavori "anonimi", seguita da un'asta con base a 300 euro. Siamo sotto Natale e l’occasione è buona a prescindere, ma noi insistiamo soprattutto sul gusto e più in generale sull’immagine che l'arte contemporanea italiana regala: complessa, frastagliata, deludente, trionfale, frantumata, depressiva, grossolana, splendente. Per stare connessi a Venezia, è una sorta di anti-Italics, ma più imparziale e in fondo sincera. Se a Milano ci fosse un vero museo d’arte contemporanea e il 27 non ramazzasse tutte le opere in vendita, sarebbe un sacrilegio. Fortunatamente non c’è.

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