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Calexico + Shannon Wright

Magazzini Generali, Via Pietrasanta 14, Milano. h. 22:00

di Teo Segale

Tucson, Arizona. Cactus, tumbleweed, polvere, vento caldo. Il sole abbaglia, non dà tregua e solo quando si abbassa pigro all'orizzonte, prendendo un rassicurante colorito arancione, i Calexico escono allo scoperto. Con passi lenti e misurati prendono posto, imbracciano gli strumenti, buttano giù un altro bicchiere prima di cominciare a suonare, e finalmente attaccano, mentre Ennio Morricone e Sam Peckinpah spiano dal bancone del bar sorridendo compiaciuti. Scenari immaginari a parte, l'esperienza dal vivo con i Calexico è senza dubbio esaltante, soprattutto se John Convertino e Joey Burns (sezione ritmica dei Giant Sand, tra l'altro, non scordiamocelo) decidono di portarsi in giro mezza dozzina di mariachi (caratteristica orchestrina messicana tradizionalmente munita di chitarroni, sombreroni e baffoni), com'è successo durante gran parte dell'ultimo tour europeo. Allora si che si sentirà la terra tremare, e l'odore della polvere salire sempre più su... I Calexico tornano ad esibirsi in Italia, presentando nuovamente (ma chissà con quante e quali variazioni) lo splendido 'Hot Rail', ultima prova discografica che pare sintetizzare egregiamente i precedenti dischi 'Spoke' e 'The Black Light' (senza dimenticare lo splendido e ora purtroppo introvabile "97-99 Road Map", uscito in tiratura limitata) proseguendo sulla strada della contaminazione e della libertà artistica, amplificando ora l'elemento jazzy, ora la tensione lirica di un brano cantato, ora le orchestrazioni cinematografiche. Ecco: il cinema. Un film ancora privo di sceneggiatura, di cast, di un set su cui essere girato. Eppure, un film che già affascina, da cui aspettarsi elementi precisi ma anche sorprese incredibili. Sempre con lo sguardo appena alzato verso l'orizzonte, le palpebre appena strizzate e un'espressione di serena malinconia pronta ad aprirsi in ogni momento in un sorriso divertito.

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