Inutile girarci intorno, la moto è il simbolo fallico per eccellenza. Non ci sono cravatte, chitarre o cetrioli che tengano. Nulla rende bene l'idea del turgidume quanto un motore che ti ronza fra le gambe con tutta la potenza dei suoi cavalli allo stato brado. Di conseguenza, ciascun centauro rappresenta una tipologia erotica maschile. C'è l'harleysta, tipico esempio di oversize selvatico. C'è il crossista, maestro dell'erezione funambolica. C'è il motard, ritardante per lui ed eccitante per lei. C'è chi va in sidecar, perché - se ti senti a rischio cilecca - è bene tu abbia qualcuno al tuo fianco pronto a intervenire. E, naturalmente, c'è chi ama l'enduro, il motociclismo più hard. Il trial, in questo senso, si configura come la disciplina simbolo dell'uomo che se ne frega se non ce l'ha grosso, perché sa come usarlo ed è in grado di andare oltre, laddove gli altri non possono spingersi. Le sue doti sono l'abilità atletica, una perfetta armonia col mezzo e una magistrale conoscenza del campo di gara (palese metafora di antri e interstizi vari). L'unica tappa italiana dell'Indoor Trial World Championship 2008 è qui proprio per ricordarvelo: quello che conta, nello sport come nella vita, è arrivare al punto (G).
Campionato del mondo di Trial indoor
8/3/2008 Datchforum, via Di Vittorio 6, Assago (Milano)
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