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La capitale italiana del cocktail: Milano

Milano divisa zona per zona: come e chi incontri a bere nei quartieri della città

Geschrieben von Martina Di Iorio il 1 Mai 2019
Aggiornato il 15 Mai 2019

La cartografia ci è sempre piaciuta. Da anni a mappare centimetro dopo centimetro il profilo delle nostre città, sguinzagliati tra vicoli, strade, arterie e piazze, alla disperata ricerca di luoghi, contesti e situazioni da raccontarvi su ZERO. Le abbiamo battute centimetro dopo centimetro, o meglio, centilitro dopo centilitro, mai sazi e soprattutto dissetati da ciò che abbiamo scoperto di volta in volta.

Ci siamo finti dei fighetti con la puzza sotto il naso per entrare nei locali più snob di queste città; abbiamo fatto credere a tutti di essere intellettuali roteando un calice da meditazione; ci siamo vestiti da fashion influencer per varcare la soglia dei bar più trendy del momento. Sempre rimanendo noi stessi. Almeno fino al terzo bicchiere.

Il risultato è stigmatizzato in questa mappa del bere. Milano divisa per macroaree a secondo della loro tipica vocazione al bere miscelato o al bere in generale. Ogni quartiere racconta sempre una storia che è figlia delle persone che la popolano e delle loro aspirazioni, che generalmente si muovono all’unisono. Un’anima per ogni quartiere, un volto ben preciso per ogni zona che qui vi vogliamo raccontare con una mappa semiseria – e soprattutto semisobria – a come e cosa si beve in giro.

DUOMO

I turisti con il selfie stick, le sciure con le borse di Luis Vuitton, i truzzi di periferia con i piumini anche a maggio, Duomo e dintorni è una giungla urbana che ci piace sempre frequentare. Non solo per fare human watching, soprattutto per bere. Tra i bar pacco con menu turistici e spritzoni a 10 €, a Duomo per sopravvivere c’è l’egemonia dei bar all’interno dei grandi Hotel e del bere di lusso. Bulgari, Mandarin, Park Hyatt, Cracco in Galleria, Giacomo Arengario, Caffè Trussardi, Gin Rosa, Terrazza 12 e ovviamente Camparino in Galleria. I portafogli tremano, lo spirito vi ringrazia. Cool per una sera.

NAVIGLI

L’alfa e l’omega del bere milanese, dove tutto nasce e tutto finisce (a volte gattonando). I Navigli sono quel luogo che tutti odiamo, che snobbiamo, che ci ripromettiamo di non frequentare perché „in mezzo alla folla non ci mischiamo“, e invece…Portatori sani di un divertimento senza età, tra il Naviglio Grande e quello Pavese (sempre più in riqualificazione) ci capitiamo tutti, almeno una volta a settimana. E diciamoci la verità: se driblate come Icardi i locali fake con i buttadentro qui troviamo la Champions League del bere bene. Rita, Mag, Backdoor43, Elita, Ugo, Iter, Twist on Classic, The Doping Club, Capetown, Pinch, Morgante, Talea. Staffette importanti. E se volete tornare agli albori dell’alcolismo brutale, via di shot come fosse una Via Crucis.

PORTA ROMANA

Tra studenti abbienti e meno abbienti, bocconiani che pensano di governare le leggi del mondo, Porta Romana è un quartiere che sta riscrivendo le sue leggi sul bere. Non solo birrette e cocktail dai colori fluo e dalla gradazione alcolemica gestibile solo dal fegato giovane di un fuorisede, ora la situazione vede spuntare nuovi nomi e sempre più di qualità. Dhole, The Spirit, Dabass, Santeria Toscana 31, si affiancano a pilastri come Pravda e Lacerba.

PORTA VENEZIA

Il quartiere arcobaleno e quello dei radical chic. L’area urbana di Milano dove i prezzi sono schizzati e i locali prolificano manco i cinesi. fate un giro in via Melzo o in via Lecco per capire come stia cambiando quest’area di Milano. Vini naturali, cocktail bar alla moda, saketeche, per un bar crawl senza limiti. Tra gli indirizzi che preferiamo: Kanpai, Champagne Socialist, Eppol, Dry Milano, Drinc., e ovviamente l’immortale Bar Basso.

ISOLA/PORTA GARIBALDI

All’ombra dei grattacieli della Milano che sale verso l’alto, questi quartieri sono il feudo indiscusso di hipster vegani, fighetti finto bohemien, mangiatori di bacche goji e succhio bio. Bere a Isola sta diventando più mainstream di bere sui Navigli. In bilico tra spritz in bicchieri di plastica in piazza Archinto e cocktail con prodotti bio e a km zero, avete l’imbarazzo della scelta. The Botanical Club, Deus, Millemisture, BOB, Opera33, Octavius Bar: qui trovate delle sicure certezze in fatto di mixology. Dal posto più pettinato a quello più rock.

NOLO

Gentrification state of mind? Tutti ne parlano, tutti ci vogliano vivere, per la felicità di speculatori e immobiliaristi. L’acronimo più chiacchierato di Milano (North of Loreto), vive e lotta in mezzo a noi. Un quartiere in fermento che vede spuntare locali, ristoranti, popolarsi di giovani e giovanissimi, in quel triangolo che va da Loreto a Turro. Piazza Morbegno, con lo storico tram n° 1 che l’attraversa, è il fulcro di tutta la zona. Ti fai la birretta ma anche il cocktail, il bicchiere di vino naturale ma anche il gin tonic molesto. Ci trovate ovunque: Caffineria, Ghe Pensi Mi, Lobby House, No.Lo.So., Al Tempio d’oro, Salumeria del design. Con un mood un po‘ eterno studente e un po‘ vita di quartiere, No.Lo. si beve a tutte le ore.

LAMBRATE/CITTA STUDI

Non importa che voi siate ancora fuoricorso, che vi siate appena laureati o siate ancora nel mood nostalgico di prima sessione d’esami. Qui si passa di bar in bar con il cuor leggero, confondendosi con le matricole e con i giovani professionisti che scelgono di venire a vivere qui. Regno indiscusso della birra con lo storico Birrificio Lambrate, qui i prezzi sono ancora abbordabili e non mancano serate infra settimanali con discount alcolici. Fatevi un giro tra l‘Harp Pub Guinnes, Atmosphere, Joy Milano e posti all’arembaggio come il Williams Caffè e il Moscow Mule Bar.

Contenuto pubblicato su Grande Zero Milano - 2019-05-10