Da consumo seriale di birre da asporto, amari, grappe e long drink “da discoteca”, alla piazza in Italia con maggiore crescita (sia qualitativa che quantitativa) percentuale. Da zero a 100, utilizzando una terminologia cara al mondo dei motori. Magari a 100 Roma non è proprio ancora arrivata, perchè quella cifra spetta ad altre capitali: Londra, New York e via discorrendo, quelle che a cento ci arrivano e riescono pure a tenere l’acceleratore sempre a tavoletta. Però possiamo dire che viaggiamo sugli 80 e ormai bere un cocktail veramente cattivo è quasi più un’eccezione. Detto questo, fare una ricognizione delle eccellenze ha senso eccome, perché se è vero che c’è la crescita è pure vero che c’è ancora differenza tra locale e locale, così come il palato di chi beve non è registrato sempre alla stessa maniera. Qui trovate la nostra lista dei migliori cocktail bar in città: quelli in cui un drink non è mai un occasione persa. C’è il nume tutelare Jerry Thomas, gli street bar 2.0 come Drink Kong e Ru.De., gli inossidabili come il Banana Republic, c’è chi si coltiva i propri botanical (Voia), chi punta tutto su uno stile (Makai), chi lavora in osmosi con la cucina, che si tratti di pizze gourmet (Blind Pig) o di fornelli stellati (Marco Martini). Non ci troverete i bar degli hotel, eccellenze ugualmente in ascesa per i quali abbiamo pensato una guida a parte. In costante aggiornamento (e in ordine alfabetico).
Contenuto pubblicato su ZeroRoma - 2019-09-16